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Leggendo Erri, incontrando Lorenzo

Si dice che il carattere di una persona si formi nei primissimi anni di vita. Sono i primi anni che influenzano tutto il resto. Una bella fregatura. Perché basta che per un motivo o per l'altro quel periodo non vada per il verso giusto, che sei rovinato per sempre. Hai voglia ad andare a cercare cos'è stato a farti diventare come sei, qual è l'avvenimento che a un certo punto ti ha fatto deviare dal percorso. Col tempo, il fatidico istante si perde nei meandri della memoria e diventa quasi impossibile recuperarlo.  Per gli altri forse. Non per me.  



Una lettura incrociata

I libri non finiscono con la parola fine. O almeno, non è sempre, necessariamente così.
Se siete lettori forti, l'avrete scoperto da un po'.
Mentre leggevo le ultime pagine, lasciando scorrere davanti ai miei occhi la danza dei personaggi, desiderosi di dire ancora quel po' che avevano da dire, prima di togliere il disturbo e continuare in silenzio la loro vita di carta, sentivo in gola una specie di groppo, una strana inquietudine in realtà, come il sospetto che non tutti i nodi sarebbero venuti al pettine. Il che di solito è sufficiente a farmi infuriare.
Okay. Niente panico.
(Oddio ... mi è uscito l'incipit di I love shopping: prevedo un lungo periodo di disintossicazione da Sophie Kinsella!).
Mettiamo tutto per iscritto.
Ed è così che scrivo su Goodreads, dopo due giorni e mezzo di intensa lettura.

Quattro stelle.
Perché La tristezza ha il sonno leggero è un romanzo che non merita niente di meno. 
Tuttavia, durante tutta la prima metà, sentivo che avrei potuto dargli persino la quinta stella (sì, una in più, rispetto a La tentazione di essere felici). 
E allora cos'è successo?
Mi è mancato qualcosa. 
Avrei voluto vedere meglio nel rapporto fra Arianna e Mario, Mario che per Erri che non è suo figlio è più di un patrigno, e che invece per sua figlia appare (o almeno così è apparso a me) poco presente. 
Avrei evitato tante pagine costellate di tradimenti carnali, perché se è vero che spesso le scappatelle sono un modo per fuggire la propria coscienza, è anche vero che le ferite in una coppia possono assumere molte altre forme. 
La tristezza ha il sonno leggero è un romanzo corposo e va affrontato con la giusta consapevolezza. Altrimenti si rischia di restare con l'amaro in bocca.

Solo dopo mi viene in mente che La Libridinosa ha il mio indirizzo e che forse dovrei cominciare seriamente a pensare di espatriare (quanto ci vuole per un passaporto?) ... Ma tant'è, i libri per me sono una cosa seria, quindi essere onesti è il minimo indispensabile. Tanto più che quest'uomo (il signor Marone) io devo incontrarlo di persona.

Insomma, l'incontro del 17 giugno a Pescara (capite? PE-SCA-RA. A due passi da casa mia! Anche ora, mentre scrivo, ho difficoltà a crederci) da Feltrinelli, ore 18:30, per la presentazione del nuovo romanzo di Lorenzo Marone, La tristezza ha il sonno leggero, si prospettava ... interessante. E vi dico solo che io ho fatto i salti mortali per esserci. Nel bel mezzo della sessione estiva, mentre ho in testa Catone, tabellae defixionum e riti religiosi che implicano puntualmente una "scrofa precidanea" da immolarsi, e per di più a ridosso degli Europei di calcio: ansia a livelli epici.
Voglio dire, per me non era la prima volta che incontravo da vicino un autore: la sostanziale differenza era che quel giorno non sarei stata presente solo come lettrice, ma come book-blogger.    
Quindi, cosa fa una brava book-blogger?
Si arma di PROMEMORIA:

1 Non dimenticarmi i libri a casa. 


2 Partire entro le 16:30 e arrivare a destinazione con largo margine di anticipo.

3 Formulare almeno una domanda di senso compiuto. Possibilmente intelligente.

4 Perorare la causa di tutti quei lettori che rivogliono Daria in libreria.

5 Riportare a casa i libri autografati.

... sennonché c'è la partita di mezzo, la partenza slitta alle 16:55. 
Va bene. Va bene. Va tutto ... bene, In fondo nonno al volante ha la destrezza di un ex pilota di F1.
Oh, non vi ho detto chi sono i partecipanti alla spedizione: dunque, ci siamo io, Mami, Pip e ... nonno appunto, il nostro personale chauffeur. L'allegra combriccola, con  l'eccezione di me medesima, non ha letto il romanzo, ma non c'è problema: in fondo, che ci sto a fare io qua? E di tempo ne abbiamo.  
Intorno alle 18:00 abbiamo trovato parcheggio e raggiungiamo la sede pescarese della Feltrinelli (apriamo e chiudiamo parentesi, giusto per darvi la misura del mio totale black-out mentale del momento: "Ehi!" faccio io "Vedo il riflesso dell'insegna Feltrinelli sui vetri di questo palazzo!", quindi mi giro tutta fiduciosa verso l'edificio adiacente, per poi realizzare, oh my god, che quello che avevo visto non era un riflesso, ma un cartellone reale, ergo, il palazzo giusto è questo qui davanti a me. Ehm ehm ... ecco ... Andiamo avanti, va').  
Quando finalmente giungiamo alla saletta eventi, un posticino a dir poco raccolto (con aria condizionata sparata, ovviamente ed io ovviamente non ho avuto la lungimiranza di equipaggiarmi per una scampagnata al Polo Nord), i posti a sedere sono vuoti, tutti, dal primo all'ultimo. Oh! E com'è naturale, abbiamo dimenticato la bottiglia d'acqua in macchina. 
Alle 18:15 arriva anche il tizio che farà da mediatore all'incontro. 
I minuti passano. Nessuno si fa vivo. 
Nelle mie orecchie rimbomba la voce tonante della Balena Parlante che impreca contro la pochezza dei miei conterranei: "Stupidi calciofili senza cervello!". 
Molto bene. Noi però siamo qui e faremo la nostra parte. 
Cellulare in tasca. Taccuino appunti sulle ginocchia. Penna in mano.
Quando il signor Lorenzo Marone è entrato in sala, tutte queste cose all'improvviso ... puff, sparite, cancellate, Non ho fatto foto. Non ho preso appunti.
Evidentemente la mia suprema letizia a questa apparizione doveva leggermisi in faccia, visto che il gentilissimo tizio mediatore si è preoccupato più di una volta, molto cavallerescamente, di portare all'attenzione di Marone i  miei occhi sbrilluccicanti (Dio, che imbarazzo!).
Ma dopo tutti questi bei preamboli infiocchettati, io direi ... beh sì, mi sembra il caso di raccontarvi come si è svolto questo incontro, non molto fortunato forse per Lorenzo Marone, vista l'esigua affluenza di lettori, ma assolutamente indimenticabile per me e BP.
Per rompere il ghiaccio, ma in modo da entrare subito nel cuore del romanzo, si parla della paternità, di quella reale che Lorenzo sta scoprendo sulla sua pelle, dei dubbi, delle domande e poi, della decisione di dire basta, quando sei lì, e ti ci trovi davvero, con tuo figlio davanti agli occhi, e lasci che sia l'istinto a guidarti.  
Leggiamo alcuni brani e capitoli brevi, quelle piccole perle che Lorenzo Marone dissemina nei suoi romanzi, come dei punti di riferimento per il lettore, per orientarsi in questo viaggio tra personaggi imperfetti, con le loro debolezze, i loro sogni, personaggi insomma che diventano persone, che diventano umani, parliamo dei legami familiari, di cosa significhi esattamente famiglia, del modo in cui questo spazio intimo ci forma, ci plasma, ci cambia, ci da dei ruoli che finiamo per ricoprire senza neanche renderci conto, che a volte ci fanno sentire in gabbia, ci fanno sentire in dovere di recitare una parte, di nasconderci, ci fa sentire smarriti, e della voglia e del bisogno di cercare qualcosa di vero, di autentico, qualcosa di buono, di caldo che ci riempia lo stomaco, proprio come accade ad Erri.
Ho anche l'occasione di scoprire alcuni particolari sulla stesura del romanzo, di cui non avrei mai sospettato e che sono sempre così appetitosi per i lettori entusiasti.
Sapevate voi, ad esempio, quando e come è nato l'episodio della Moleskine di Matilde?
Personalmente, sono felice che Lorenzo Marone abbia deciso di condividerlo con noi, innanzitutto perché da qui ho capito, se mai potevo ancora avere quei due o tre dubbi, che lui è uno scrittore con la testa sulle spalle, uno che il mestiere di narratore lo sa fare (e non è che tutti gli scrittori siano abili narratori) e poi c'è da dire che una delle mie domande puntava proprio sul personaggio di Matilde, ed è sempre buono quando è l'autore stesso in questi casi a spianarti la strada.
Voi che questo libro l'avete letto, mi risponderete subito in coro: perché inserire questo episodio, che lì, sul momento, può sembrare marginale, magari un capriccio, un vezzo?
Beh, ma perché appena Matilde entra in scena saremmo tutti pronti a darle della sgualdrina insipida e isterica! Ma poi ecco che Erri trova la sua agenda e, ovvio, un marito tradito coglie al volo l'occasione, toh eccoti qua la via più veloce e sicura per carpire i più intimi, sporchi, inconfessabili segreti della tua donna, serviti su un piatto d'argento. Sennonché, sia Erri, che noi lettori, tra quelle pagine, tra quei frammenti di pensieri, troviamo ben altro, quella che appare è una figura di donna nella sua molteplicità, semplicemente, non l'odiosa creatura che all'inizio del libro con gli occhi iniettati di sangue gli morde il dito.
Marone infatti ci confida che questa scelta è stata dettata (all'ultimo momento, quando ormai il romanzo era pronto per essere stampato) da un desiderio di rendere Matilde più accessibile, di spiegare, in parte, se possibile, le sue contraddizioni, gli errori, le paure, le speranze, sì, perché credo che, alla fin fine, Matilde sia solo una persona che, come Erri, come tutti noi, si fa di speranza.
Uh, c'è stato anche un memorabile momento in cui sono stata presa da un folle impulso omicida, quando il tizio cavalleresco ha posto la seguente domanda-scivolone: "Perché il nome Erri?".
(TA-DA-DA-DAAA. TA-DA-DA-DAAAAA).
Ho evitato di proposito di guardarlo o l'avrei incenerito con lo sguardo.
Mi sono sentita così in pena per Lorenzo Marone che avrei voluto alzare la mano come si fa a scuola per evitargli il supplizio di dover anche rispondere (e lui l'ha fatto, senza la minima riserva).
Bisogna però riconoscere che almeno quest'uomo ha avuto la correttezza di mettere subito in chiaro che il libro non l'aveva ancora letto tutto (cosa che, probabilmente, non tutti sarebbero stati disposti a fare al suo posto).
Perdonato quindi il nostro onesto mediatore, ci avviamo verso la conclusione, gettando uno sguardo fugace sulle ultime pagine del romanzo, parliamo della scelta finale di Erri, di quella che sarà dopo la vita per lui, una volta chiuso il libro:  Erri, che per tutta la vita è stato quel bambino rannicchiato a testa bassa nell'angolo, in attesa che uno dei genitori gli dicesse qualcosa che lo facesse sentire al sicuro, protetto, qui  per la prima volta, sceglie, sceglie di fare una pazzia, "un salto nel buio" (non è così che scrive Matilde sulla sua Moleskine?).
Bene. Ci siamo.
(Oddio: ci siamo?)
Ora il signor Marone è nelle mie mani di avida lettrice.
Ecco, la prima cosa che devo fare è togliermi questa curiosità, è da quando sono inciampata in quel capitolo che ci penso. Abbi dubbi: è un riferimento all'omonima canzone di Edoardo Bennato?
Con mia sorpresa, la risposta è no, anche se Lorenzo Marone ci tiene subito a precisare che è "uno dei suoi cantautori preferiti" (e a mio fratello Pip, finissimo estimatore del rocker partenopeo, l'accorta scelta di parole non sfugge di certo: "cantautore" ha un significato ben preciso all'interno delle canzoni di Edo).
Alla fine (un bel respiro) mi sciolgo un po' di più e trovo il coraggio di mettere in fila tutti i miei dubbi come disciplinati soldatini, cose che mi hanno letteralmente tenuta sveglia la notte, quando mi sentivo addosso una specie di magone che veniva a pungolarmi la bocca dello stomaco ... e tu, tu che fai? Ti giri e ti rigiri nel letto, senza pace, per questi disgraziati (non avete idea!).

1 Mario e Arianna.

Allora Mario, tu mi piaci tanto, e vabbene, Arianna sembra tanto tosta e indipendente e impenetrabile, però cacchio, uno sforzo piccolo piccolo in più, magari, ce lo potevi mettere, no? E ogni santa volta è "Pensaci tu, Erri"!
No no, tranquilli, ovviamente non sono stata così agguerrita con Lorenzo Marone. Vi assicuro che ho esposto le mie perplessità in maniera perfettamente civile.
Marone, con quella sua inconfondibile sorridente pacatezza, getta una luce sul personaggio di Mario, come uomo e come padre (non mi sarei meravigliata se si fosse effettivamente materializzato all'improvviso davanti a tutti), nonostante la sua carica di positività, perché lui è indiscutibilmente il personaggio più positivo del romanzo, ecco, il buon Mario ha anche lui le sue ombre, e poi essere padre, continua l'autore, spesso è molto più difficile con un figlio tuo.

2 Matilde. La sua entrata in scena.
  
Matilde io ... ti capisco. Ma non ti capisco. È come se dentro di te ci fosse più persone che non riescono a ritrovarsi.
Stai cercando di scuotere Erri, di dargli una svegliata? O le tue speranze inacidite e illuse, ti hanno davvero reso questa donna meschina?
Anche qui le parole di Lorenzo Marone rimettono tutto in prospettiva, mi danno la possibilità di guardare meglio quello che sta accadendo fra i due: si tratta di una situazione forte, è vero, ma ... quanta ironia si riesce a percepire? Entrambi, marito e moglie, sono ai ferri corti, ma sono anche entrambi infantili, immaturi, non sanno quello che vogliono. Avranno tutto il romanzo per imparare a capirlo,  o almeno per incominciare a cercarlo.

3 Cesare. Erri. Un confronto.

Cioè, secondo voi, io non mi prendevo la briga di scomodare quel coriaceo vecchietto dal cuore d'oro, amato da tutti i lettori? E che, scherziamo?
Poi il mio interesse qui è squisitamente narrativo.
Ho fatto una domanda precisa che voleva arrivare ad una questione precisa: quale dei due personaggi è stato più difficile raccontare?
Erri, spiega Marone (che probabilmente ha questo punto teme che io voglia tenerlo in ostaggio in questa sala fino a domattina), è sicuramente più vicino a lui, per età, per carattere, per il vissuto familiare, ma allo stesso tempo la sua storia è stata molto più complessa da gestire.
E ci credo.
Cesare, con i suoi travestimenti, i suoi allegri e spensierati incontri con Rossana, con il suo fanculo al mondo, fa una non-scelta di serie A, quella che Erri non può permettersi, perché Cesare i giorni in cui scegliere chi essere se li è lasciati alle spalle, Erri li ha ancora davanti a sé, inesplorati, non ha la più pallida idea di cosa ci sia dietro l'angolo per lui.
Non è particolarmente simpatico né attraente, non ti fa ridire, al limite vorresti dargli una vigorosa manata sulle spalle e qualche consiglio spassionato, e poi alla fine sorridi e dici, bravo, lo vedi Erri? Puoi farcela, tifo per te.
Perché è vero, siamo tutti un po' Erri. E nel suo personaggio c'è un'ironia, ma non quella leggera, tragicomica di Cesare, no, un'ironia più sottile, più amara, "pirandelliana" direi.
Ecco io credo che tutte queste cose rendano La tristezza ha il sonno leggero un romanzo forse non perfettamente compiuto, a suo modo più difficile da accettare rispetto al primo lavoro di Lorenzo Marone, ma di sicuro più maturo.
Ho tutte le ragioni per pensare che il prossimo romanzo di questo scrittore sarà una vera sorpresa. E non lo dico tanto per dire. Vengo a sapere infatti che qualcosa bolle in pentola e che il prossimo anno salterà fuori una buona novella per noi affezionati lettori (e a quanto pare avremo una protagonista donna, ma sshhhhh fate come se nulla fosse).
Beh ragazzi ... adesso siamo proprio arrivati alla fine.
Ma prima ci sono ancora un paio di cose da fare. Sgattaiolo fra le sedie e raggiungo in un balzo Lorenzo Marone per ringraziarlo della sua presenza qui, in questo posto dimenticato da Dio, e scucirgli con tutta la grazia di cui dispongo due desideri. 




E poi mi infervoro tutta nel perorare la causa della ristampa di Daria
Non so se perché ero completamente fatta di felicità, ma credo di aver inteso che ... sììììììììììììììììì, è prevista!

Ecco, più di così non potrei dirvi. So che ci sono tante, tantissime, una marea di cose e di personaggi di cui non vi ho nemmeno accennato, ma questo è il bello: adesso starà a voi scoprirlo.
Perché c'è una cosa che so: i libri ti dicono come iniziano le storie, ma sei tu, tu lettore, che decidi come e quando finiscono.
Non avevo pensieri che per quella frase, "i padri tornano sempre". Già. Il problema è che, spesso, non tornano in tempo. 

La tristezza ha il sonno leggero | Lorenzo Marone | Longanesi&C 2016 | 384 p. | euro 16,90


Parole nuove: cotenna, intorcinare

Bonus track: Il volo, Zucchero.
Mentre leggevo, mi sono tornate subito in mente le parole di questa canzone: Sogno qualcosa di buono/ che mi illumini il mondo/ buono come te.



Il verdetto della Balena Parlante: ★★★★½
  



Commenti

  1. Ciao Rosa, incontrare un autore di cui si ha stima è sempre una gran bella emozione, hai fatto bene ad andarci, ad esprimere le tue domande e a goderti la serata. Hai descritto tutto con ironia e a mio parere hai concluso con una delle più belle canzoni del mio idolo musicale.

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    1. I tuoi commenti mi fanno sempre un immenso piacere, Nunzia! E guarda caso, Zucchero è anche il mio idolo, praticamente la colonna sonora della mia infanzia.
      Incontrare Lorenzo Marone è stata un'esperienza unica, che mi sento ancora addosso, come se la stessi vivendo solo ora.

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  2. Ciao Rosa! ^^ Aspettavo questo post e, devo dire, hai descritto benissimo le tue emozioni: mi sembrava di essere lì con te!
    Davvero un peccato per la poca affluenza, in fondo Lorenzo Marone è un grande scrittore ... Di cui non ho ancora letto nulla! Ma dopo questo tuo post non ho più scuse!

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    1. Vi ho fatto penare per questo post, lo so, ma quando si tratta dei libri di Marone ... vado nel panico! Voglio che tutto sia perfetto.
      Quello che io posso dirti è solo ... leggilo, vivilo, strapazzalo questo libro, arrabbiati con i personaggi, lasciati commuovere e trova un senso che sia tuo, perché libri così è come se si adattassero perfettamente al cuore del lettore che lo tiene tra le mani.

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  3. Salve! È arrivata la zia, fresca fresca di radio!! Allora? Fatto il passaporto? Ti do 48 ore, poi arrivo, eh!

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  4. Ciao Rosa e' stato davvero leggere il tuo post e si, si legge perfettamente tutta l'emozione e si vede dustintamente il tuo cuore! Grazie per averlo condiviso con noi ❤️❤️❤️ Ps dovrei proprio leggere questo autore!

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    1. Amo condividere le cose belle con tutte voi, sono felice che tutto questo ti sia arrivato!
      P.S. Corri corri: le storie di Lorenzo ti aspettano!

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  5. anche io ho avuto la fortuna di sentirlo presentare questo libro (per me meraviglioso e senza difetti, Laura prendi nota!). Credo che sentire un autore descrivere la propria creatura aumenti ancor di più l'aspettativa e il piacere di leggerlo

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    1. Hai colto proprio nel segno, Chiara!
      Quando sei lì, con la persona che ha tirato fuori dal nulla i personaggi che ami e per di più di grande talento e sensibilità, è come se fossi in un'altra dimensione, in cui Erri, Arianna, Mario, Matilde e tutti gli altri hanno la possibilità di diventare reali.

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  6. Anch'io ho avuto il piacere di conoscere Lorenzo, è una persona veramente squisita, ti mette subito a tuo agio ed è un piacere sentirlo raccontare delle sue creature! Grazie per avermi fatto rivivere quelle emozioni con il tuo racconto.
    Baci, Stefi

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  7. Risposte
    1. Un grazie alle due meravigliose lettrici quasi perfette, felice che questo viaggio vi abbia emozionato!

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  8. Lorenzo è una persona umile e tenera, spero di incontrarlo nuovamente, intanto mi aggrappo ai suoi pensieri. Bacio

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    1. Credo che con questo libro in particolare, così corposo e carico di tematiche forti, incontrare l'autore sia più che mai un'esperienza importante: avere la possibilità di parlare direttamente con Lorenzo mette ogni cosa nella giusta prospettiva.

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  9. Ciao Rosa, ti scrivo oggi perché proprio ieri sera ho avuto modo di incontrare Lorenzo. Mi sono rispecchiata in molte cose di cui tu parli, soprattutto nel voler prendere appunti ma nel non esserci riuscita, ammaliata dal suo raccontare e dalla suggestiva cornice in cui si è svolto il tutto. Ora mi toccherà mettere ordine tra i pensieri ma, senza ombra di dubbio, è un'esperienza che rifarei anche subito!

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    1. Ohhhhhh che meraviglia!
      Tu scrivi pure tutto con calma, intanto io prenoto già una poltroncina sul tuo blog per venire a leggerti!

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  10. Sublime questo tuo racconto di viaggio! Avrei voluto vederti fin dai preparativi!
    Ma cavolo devo conoscere sto Lorenzo. Non ho letto nulla di suo e non l'ho neanche mai visto in foto! Sono imperdonabile lo so ma questo tuo post mi ha dato la carica! Lorenzo arrivooooo!!

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    1. Ti saresti piegata in due dalle risate: sembravo un'anima in pena!
      Io ti consiglierei di iniziare con "La tentazione di essere felici" (anche perché per l'anno prossimo è prevista l'uscita dell'adattamento cinematografico!), in un certo senso è in questo romanzo che ci sono le basi per la storia di Erri.

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  11. Non c'era nessun altro? Davvero?
    Pff!
    Avrei voluto esserci io!
    Ma ovviamente qui o nei dintorni non viene mai nessuno!
    Comunque, il tuo è stato un bellissimo resoconto, quasi quasi è stato un po' come essere lì, perciò grazie Rosa....e anche al nonno che ha fatto d'autista! <3

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  12. Triste doverlo ammettere ... ebbene sì, giorno non molto fausto
    per un autore con un talento simile (e non è che se ne trovino tanti!).
    Se avessi potuto ti avrei portata con me, ma tutto quello che posso fare è raccontarlo, quindi sono felice che un po' ti sia arrivato!
    P.S. Eh sì, mio nonno è molto sprint.

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