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QUESTE OSCURE MATERIE, Philip Pullman


Lyra e il suo daimon si mossero nella crescente penombra del salone, bene attenti a restare da un lato, dove non potevano essere visti dalla cucina.


La mia lettura

Quando, quasi un mese fa, ho iniziato a leggere La bussola d'oro, ero piena di tutte quelle speranze che un incipit in medias res, riga dopo riga, sembrava in grado di accogliere con sapienza e maestria, lasciando anzi intravedere un vasto, intricato piano che man mano si sarebbe svelato sotto i miei occhi increduli.
Posso dire che, in parte, è stato così. Ma, onestamente, da un fantasy con queste premesse, mi sarei aspettata molto di più.

La storia ha inizio in una Oxford parallela, ben diversa da quella che conosciamo nel nostro mondo, in una delle sale del prestigioso e antico Jordan College. Una ragazzina si muove nell'ombra, curiosa e furtiva, ignara ancora che gli eventi a cui sta per assistere, sconvolgeranno nel profondo il corso della sua esistenza.
Quella sera nel Salotto Privato, la giovanissima Lyra Belacqua va incontro al suo destino. Un destino che la porterà molto, molto più lontano di quanto il suo viaggio iniziale sembrava presagire, e che si intreccerà con le vite di molti altri personaggi straordinari: il maestoso e saggio Re Iorek Byrnison, Lee Scoresby, l'uomo dell'aria, la perfida e ingannevole signora Coulter, Lord Asriel, una delle figure più complesse e possenti di cui abbia mai letto.
Fiera, indomabile, ardente e mutevole come il fuoco, Lyra dovrà abbandonare la sicurezza del Jordan, la sua vita spensierata e ribelle, circondata dalla sapienza esclusivamente maschile del College che l'ha accolta sin dalla sua nascita, avvolta nel mistero. 
I tempi nel mondo di Lyra stanno rapidamente cambiando, misteriosi e crudeli Ingoiatori agguantano i bambini negli angoli bui, spedizioni di ricerca e inquietanti esperimenti sotto le luci dell'estremo Nord rivelano l'esistenza invisibile ma vitale della Polvere, la Materia Oscura. Le creature di tutte le specie e le forme si rendono conto che qualcosa di più grande di ognuno di loro si sta preparando, una guerra epica che segnerà le sorti umane per sempre. 
E la chiave di queste vicende è nei due protagonisti, Lyra e Will, abitanti di due Oxford, di due mondi, che vivono l'uno inconsapevole dell'altro. Solo unendo le loro forze e la loro conoscenza dell'utilizzo di due portentosi oggetti, l'aletiometro (la bussola d'oro, un indicatore simbolico di verità) e la lama sottile (così sottile, da tagliare l'aria e aprire finestre su altri mondi), in un viaggio pieno di pericoli e insidie, potranno completare il grandioso, utopico disegno di Lord Asriel: la costituzione di una repubblica dei Cieli, in cui finalmente gli uomini vivranno liberi dal destino.

Uno dei problemi che ho potuto riscontrare e che mi sembra doveroso mettere in evidenza, riguarda la dottrina che Philip Pullman ha elaborato per il suo mondo letterario. Si tratterebbe quindi in sostanza di una questione puramente teologica, e in più di natura fittizia, inutile, di conseguenza, persino per alimentare un dibattito di scienze religiose. Ma il punto è che il cuore di questa trilogia fantasy è proprio la teologia, e lì dove essa è cedevole nella sua definizione, finisce inevitabilmente per intaccare la struttura stessa della trama.
E' probabile che io sia di parte, ma, innanzitutto, ciò che non comprendo è l'ottusità (o quantomeno la superficialità) di voler mostrare a tutti i costi il ritratto di una religione che uccide ogni pulsione alla vita.
Tuttavia, al di là della sensibilità personale, è chiaro che una siffatta visione gioca un ruolo di favore.
Non è un caso se Pullman concentra la sua attenzione solo sull'Antico Testamento: il nome di Gesù viene appena menzionato, frettolosamente, e solo una volta, negli ultimi capitoli del terzo libro. Eppure non posso fare a meno di notare che l'istituzione della Chiesa cattolica è uno dei pilastri su cui poggia l'intera trama della trilogia. L'autore sembra dimenticare volutamente da chi essa è stata istituita, su quali basi e con quale funzione.
La figura stessa dell'Autorità, della quale dobbiamo quindi intuire (nel disegno di Pullman) una natura non trina, ma una ed esclusivamente divina, non è meglio definita. In qualità di unico vero antagonista, avrei supposto (e preferito) per tale personaggio un trattamento più consono. Di certo avrebbe dato alla storia nella sua totalità un aspetto diverso e un assetto più completo.
La mia delusione maggiore, tuttavia, preme sul versante stilistico-narrativo.
A dispetto infatti di una trama coinvolgente, corposa e senza ombra di dubbio originale, il discorso dell'autore non riesce a risvegliare costantemente, ogni volta, pagina dopo pagina, l'entusiasmo del lettore.
Causa forse anche l'utilizzo di un narratore onnisciente che tutto vede, ma poco lascia realmente vedere. I personaggi in particolare, devo tristemente riconoscere, non ti restano addosso, a lettura ultimata, con la sola eccezione di Iorek, l'orso che si è aggiudicato il secondo posto nel mio cuore, dopo Winnie-The-Pooh.
Queste oscure materie è un fantasy distopico (o utopico, dipende dai punti di vista), che affonda le sue radici nell'antica lotta tra l'uomo e l'Autorità Divina, che indaga sulle origini della conoscenza e dell'autocoscienza.
Una struttura affascinante e complessa, ma a tratti lacunosa o troppo semplificata.
Personaggi delineati con una certa rozzezza, che non spiccano il volo dalla pagina; nitidi, ma non vividi, appaiono per la maggior parte del tempo come vettori dell'azione, piuttosto che come singoli individui.
Una trilogia che esordisce in grande stile, con una narrazione distensiva, ma che entrando nel vivo e nel farsi sempre più concitata, perde parte della sua potenza espressiva.


Queste oscure materie | Philip Pullman | Trad. di Marina Astrologo e Alfredo Tutino | Adriano Salani Editore 2008 | 1078 p. | euro 22,00


Parole nuove: boccaporto, chiostra, gnaulio, grisù, remigante, smoccolare.


Il verdetto della Balena Parlante: ★★★½



Commenti

  1. Ho visto solo il film tratto dal primo volume e anche se so che il film non sempre rende giustizia al libro, non ha saputo incuriosirmi come e successo con altri. Credo proprio che questa trilogia non rientrerà nelle mie letture future :/

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    1. Mi ero ripromessa da un sacco di tempo questa lettura, e benché non mi sia dispiaciuta, confermo la mia preferenza per Christopher Paolini e Stephenie Meyer. A questo punto tuttavia sono curiosa più che mai di vedere la versione cinematografica.
      Però se il film non ti ha fatto una buona impressione, dubito che il libro potrebbe piacerti.

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  2. Mi ero interessata a questa saga qualche anno fa ma poi non l'ho mai letta pechè ho capito che non faceva per me. Comunque sia, ti faccio i complimenti per la tua analisi, mi è piaciuta molto ed è stato davvero un piacere leggerla! :)

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    1. Grazie di cuore per le tue parole.
      Credo che tu abbia fatto bene a seguire il tuo istinto.

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  3. Mamma mia che trama intricata!Non mi è molto venuta la voglia di leggerlo a dirti la verità. Anche se, il fatto che abbia come base la religione, e in particolare il Vecchio Testamento, mi affascina molto! Ma grazie a te non lo leggerò! ahahah sembra un'accusa ma vuole essere un ringraziamento!!^_^

    Ho da poco partecipato a un tag su 25 fatti libreschi che mi riguardano. Ti va di partecipare anche tu? Sei ufficialmente invitata qui http://alberidalibro.blogspot.it/2016/04/tag-25-fatti-libreschi-su-di-me.html
    :)

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    1. Tranquilla, Nik, ho afferrato il concetto! Dopotutto il compito di un book blogger non è solo consigliare. E poi pensa se tutti i libri fossero consigliati a tutti indistintamente: si perderebbe metà del divertimento.
      Sono appena passata da te per il Book Tag. Lo trovo molto molto carino, mi darò da fare!

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  4. Rosa complimenti davvero per l'analisi dettagliata che hai portato avanti nella recensione di questa trilogia.. Devo dire che a me affascina, ce l'ho pure in casa, penso che quando sentirò che è il momento giusto per leggerla, la leggerò, tenendo conto delle tue parole.. utili come sempre ;)

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    1. Ti ringrazio tantissimo.
      Ecco, secondo me questo è esattamente il tipo di storia che ha bisogno del suo momento per essere apprezzata.
      Adesso che ci penso, sarei molto curiosa di conoscere la tua opinione.

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  5. A me è spiaciuto tanto che non abbiano fatto i seguiti cinematografici de "La bussola d'oro" anche perché il primo film mi era piaciuto abbastanza.
    Però da quanto leggo il libro è molto diverso dal film, e anche se resto dell'idea che prima o poi intendo leggerlo, la tua recensione mi ha molto scoraggiata.
    Non immaginavo che la religione avesse un tale rilievo nel testo e la cosa mi scoccia non poco, perché detesto quando uno scrittore tenta tramite i suoi lavori di inculcarti a forza determinate idee.
    Anche se in linea generale potrei ritrovarmi nei suoi discorsi, temo che potrebbero rivelarsi superflui ai fini della alla storia e quindi finirebbe per annoiarmi.

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    1. Sinceramente, neanch'io mi aspettavo che la storia prendesse una piega di questo tipo.
      Devo riconoscere che lo spunto ad ogni modo era buono (anche se da quanto ho capito è palese la polemica con l'ideologia cristiana delle "Cronache di Narnia" di CS Lewis), e se Pullman l'avesse trattato con maggiore coerenza, avrei potuto apprezzarlo di più.
      Se e quando deciderai di leggerlo, sarò più che felice di confrontarmi con il tuo pensiero.

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  6. Buongiorno!
    Ti ho scoperta grazie al blog di Nik (Alberi da Libro) e ti faccio i complimenti per il tuo spazio "libroso".
    A proposito del libro di Pullman (io ho letto solo la Bussola d'Oro), devo dire che ne posso dare un giudizio contrastante, soprattutto per la presenza dei daimon. All'inizio mi sembrava un'idea originale e parecchio interessante, poi però la cosa ha cominciato a darmi angoscia... non so perché, ma questo legame così stretto e tutta l'ansia e la paura che potesse rompersi... immaginarmi il vuoto e l'angoscia di un essere privato del suo daimon mi metteva troppa tristezza. Forse l'ho letto troppo tardi... intendo, da "grande"! Il film invece mi ha divertita.

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    1. Ciao Eva, sei la benvenuta!
      In realtà trovo che sia una questione su cui sarebbe giusto dibattere la fascia d'età adatta per questa trilogia. Da una parte infatti i personaggi sono troppo poco approfonditi (salvo due o tre eccezioni), dall'altra la trama, i concetti, le nozioni di fondo, mi sembrano troppo complessi per dei ragazzini.
      Il daimon è la coscienza, la parte più intima dell'essere umano. Tuttavia, in effetti, nel primo libro la sua natura è solo intuibile, nei due successivi viene meglio analizzato e si rivela centrale nella storia. Ciò che Pullman mette in evidenza è che ognuno di noi ha il suo daimon, la sua coscienza: semplicemente il mondo di Lyra è l'unico in cui esso abbia una forma visibile.

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  7. Che fantastica recensione, complimenti Rosa!!! Io non ho un buon rapporto coi Fantasy classici, anche se credo di non averne mai letto più di due...non è che non mi attirino, perché in realtà vorrei leggere qualcosa, ma sento che mi "respingono", come se non fossero adatti a me! Fatto sta che anche questa trilogia mi è stata consigliata un sacco di tempo fa e non l'ho mai iniziata...

    Carinissima la parte delle "parole nuove", molto originale!

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    1. Ma quanti bei complimenti in una sola volta!
      Sono molto dura con me stessa quando devo scrivere una recensione (questo ne spiega il numero alquanto esiguo, ahimè) quindi ... quale gioia mi dai!
      Personalmente sui fantasy sono estremamente pignola nel dare un giudizio, e penso si sia capito. Ma in realtà anch'io non leggo molto i fantasy classici (questo è il primo). Un fantasy dal respiro epico che consiglierei a tutti resta la saga di "Eragon" di Christopher Paolini.

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  8. Hello my dear! Allora la tua recensione è meravigliosamente meravigliosa e ti faccio i miei complimenti per questo. L'ho letta con passione anche se il romanzo, ma il fantasy in genere, non rientra nei miei canoni. Ti abbraccio e ti auguro un felice weekend all'insegna della lettura :*

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    1. Thank you very much, my darling!
      Lo so, il fantasy o lo adori alla follia o lo fuggi come la peste. Non c'è via di mezzo.
      Buone letture anche a te!

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  9. Quand'ero bambina uno dei miei libri preferiti era "Il conte Karlstein e la leggenda del demone cacciatore" sempre di Pullman, è molto interessante perché è una piccola lezione di letteratura gotica. Non ho mai letto la bussola d'oro ma è in lista, molto interessante questa recensione!

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    1. Spero di esserti stata d'aiuto allora, in qualche modo.
      Personalmente, nonostante tutto, non mi dispiacerebbe leggere qualcos'altro di questo autore. Mi appunto "Il conte Karlstein".

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